2016 – Edizione X

Si è conclusa lo scorso 27 maggio la decima edizione di SorsiCorti, dopo una settimana di proiezioni e degustazioni. Un viaggio all’insegna del buon gusto e dell’alta cultura, iniziato lo scorso 21 maggio ai Cantieri Culturali della Zisa e terminato con un esplosivo concerto di chiusura. Un viaggio che, come insegnano i più saggi, non poteva permettersi di dimenticare l’immancabile contributo dei più piccoli alla storia del cinema, omaggiato dalla proiezione di numerosi cortometraggi di animazione che hanno strappato più di un sorriso tra i presenti.

La decima edizione si è basata su un tema unico (“Crescere la Città”), confermando come basti soffermarsi un attimo su ciò che ci sta attorno per cogliere l’immenso potenziale artistico e culturale del luogo in cui viviamo, in qualunque parte del mondo esso sia. Il festival SorsiCorti si è concluso il 27 maggio con il concerto degli HalfChicken.

Con una giuria composta da Laura Ferres, Paolo BrigugliaMarco Battaglia, Agnese Ferraro (tra gli interni) e Dario Di Bernardi (per il premio Irvos), l’edizione #CrescereLaCittà ha premiato in particolare tre corti vincitori: Mirrors, Lost Village e We Can’t Live Without Cosmos.

Mirrors di Lee Dror, vincitore del premio come Miglior Corto, è stato premiato per aver raccontato un tema universale con estrema e poetica semplicità, riuscendo a condensare in pochi minuti le emozioni del trascorrere del tempo e della vita e restituendo l’evoluzione del rapporto padre – figlia nel disegno di sguardi e situazioni quotidiane.

Nell’ambito del Miglior Corto Sperimentale, il premio è invece andato a Lost Village di George Todria: il corto trasporta lo spettatore all’interno di un’atmosfera rarefatta, utilizzando un linguaggio essenziale ma ricco di  tensione. Seppur privo di dialoghi, è riuscito a comporre un eloquente mosaico di immagini, luci e suoni dal forte impatto emotivo e narrativo.

L’ambito Premio Irvos, infine, è andato a We Can’t Live Without Cosmos, di Konstantin Bronzit. Una storia di profonda amicizia che attraversa il tempo e lo spazio, ma radicata nel qui ed ora dell’esperienza umana. Una narrazione apparentemente leggera e scorrevole rivela le sfumature affettive, con un’animazione dai tratti semplici e incisivi.